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¡°La valle della morte post Serie A in Europa ¨¨ un tema ancora molto presente¡±, ha detto Magnus Magnusson a SiGMA, riflettendo sul suo lavoro con Capital4D, che ha fondato per guidare circa 20 startup europee dalle fasi iniziali fino ai round di Serie A e oltre.
Magnus Magnusson ¨¨ una figura diversa da quella della maggior parte degli altri investitori, in quanto ¨¨ un tipo di persona che non ha peli sulla lingua: la strategia non ¨¨ un lusso fine a se stesso, ma ¨¨ la differenza tra le idee che ispirano e le aziende che durano.
Consulente per le startup ed ex stratega della Fondazione Bill e Melinda Gates e delle Nazioni Unite, Magnusson parla di ci¨° che accade dopo il clamore, quando la brillante idea di una startup incontra la dura realt¨¤ del mercato.
Il problema non ¨¨ la mancanza di ingegno. L’Europa ¨¨ ricca di tecnologie all’avanguardia e di fondatori visionari. Il problema, sostiene Magnusson, ¨¨ la persistente discrepanza tra ci¨° di cui le startup hanno bisogno e ci¨° che l’ecosistema, in particolare il capitale privato, ¨¨ disposto a dare dopo la fase iniziale di crescita. ¡°Abbiamo migliorato l’ambiente dal pre-seed alla Serie A. Ma quello che succede dopo, dopo il round di finanziamento di Serie A, ¨¨ il punto in cui perdiamo troppe aziende¡±.
Le startup, in particolare quelle gestite da fondatori tecnici, sono naturalmente ossessionate dal loro prodotto. “C’¨¨ tantissimo entusiasmo ed ¨¨ giusto che ci sia. Ma l’entusiasmo da solo non basta a superare gli ostacoli normativi, i colli di bottiglia dell’acquisizione dei clienti o le aziende gi¨¤ operative sul mercato”, afferma Magnusson.
Grazie al suo background nella strategia di sviluppo, Magnusson offre qualcosa di raro nel mondo delle startup: una struttura basata sui risultati e radicata nella ¡°teoria del cambiamento¡±, che significa identificare l’obiettivo finale e lavorare a ritroso. Si tratta di un approccio spesso utilizzato dalle ONG e dai pianificatori politici, ma che secondo lui ¨¨ assolutamente necessario nel settore commerciale.
¡°Si inizia definendo correttamente il problema, valutando ad esempio le dimensioni del mercato¡±, spiega. ¡°Troppo spesso le startup falliscono non perch¨¦ la tecnologia non funziona, ma perch¨¦ il percorso verso il mercato non ¨¨ stato testato¡±.
Il lavoro di consulenza di Magnusson non si limita a mettere in contatto aziende promettenti con il capitale, ma le spinge a ripensare la fase esecutiva. ¡°Un piano di commercializzazione dovrebbe essere la pietra miliare di ogni pitch deck¡±, afferma senza mezzi termini. ¡°Altrimenti gli investitori se ne andranno¡±.
Magnusson riconosce i recenti miglioramenti nel panorama europeo delle startup. La flessibilit¨¤ normativa in Francia, gli sgravi fiscali per le nuove imprese e il forte sostegno pre-seed attraverso i programmi dell’UE hanno creato quello che lui definisce un ¡°ambiente di finanziamento¡±, non solo un mercato. ¡°? competitivo, ma funziona, fino a un certo punto¡±.
Superato il round di Serie A, per¨°, i capitali si esauriscono. La Germania rimane particolarmente avversa al rischio, mentre la situazione va leggermente meglio in Francia e Svezia. Non ¨¨ solo una questione di tolleranza al rischio, ma anche di come si definisce il successo. “Dobbiamo superare l’ossessione della Silicon Valley per gli unicorni. Non tutte le aziende devono diventare imprese da un miliardo di dollari. Le aziende solide, di medie dimensioni e a conduzione familiare sono state la spina dorsale dell’Europa e possono tornare a esserlo”.
Questa fissazione di voler crescere a dismisura a tutti i costi, avverte, porta a risultati non performanti. “Molte startup europee vengono vendute ad aziende statunitensi perch¨¦ semplicemente non ci sono fondi locali per portarle avanti. Stiamo esportando la nostra innovazione senza coglierne il valore a lungo termine”.
Secondo Magnusson, il settore privato europeo ¨¨ ancora troppo cauto e l’incertezza politica non aiuta. “Gli investitori si stanno tirando indietro proprio quando ne abbiamo pi¨´ bisogno. Ma se riuscissimo a costruire qui un pool di capitali pi¨´ forte dopo la Serie A, potremmo finalmente rompere il ciclo di dipendenza dagli acquirenti statunitensi”.
Si vive in un paradosso: l’Europa ha la scienza, il talento e il sostegno politico, ma non riesce a mantenere in gioco le sue aziende pi¨´ promettenti.
Eppure Magnus Magnusson rimane fiducioso. ¡°Siamo a un punto di svolta¡±, afferma. “Se riusciamo a comprendere le lezioni che ci vengono offerte in fase di sviluppo – obiettivi chiari, strategia strutturata e decisioni basate sui dati – e ad applicarle rigorosamente alle startup, non vedremo solo il anscere di un ecosistema di finanziamenti migliore, ma tutto ci¨° avr¨¤ un impatto reale”.