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Il settore del gioco d’azzardo in Europa si trova ancora una volta di fronte a una stretta normativa. La Svezia, tra i mercati regolamentati più rigidi del continente, ha ottenuto l’approvazione definitiva della per il suo nuovo disegno di legge che limita ulteriormente la pubblicità dei giochi d’azzardo. Per gli operatori internazionali dell’iGaming, si tratta di un segnale chiaro: l’accesso ai mercati nordici sarà sempre più selettivo e regolamentato.
Lo scorso 14 marzo 2025, la Svezia ha notificato a Bruxelles un pacchetto di modifiche legislative al Gambling Act del 2018, con l’obiettivo di rafforzare il controllo sulla pubblicità legata al gioco d’azzardo. Dopo il consueto periodo di standstill di tre mesi, la Commissione Europea ha approvato la proposta senza sollevare obiezioni. Questo significa che il nuovo impianto normativo potrà essere applicato a pieno titolo nei prossimi mesi.
Per gli operatori del settore iGaming, si tratta di un passaggio cruciale. La Svezia rappresenta uno dei mercati regolamentati più maturi e competitivi d’Europa. Tuttavia, proprio in virtù della sua struttura giuridica, è anche uno dei più difficili da penetrare per gli operatori privi di licenza.
Il cuore della riforma riguarda la pubblicità dei giochi. Le nuove linee guida chiariscono e inaspriscono il concetto di “moderazione” già previsto dal Gambling Act. La pubblicità non potrà più essere generica o aggressiva, ma dovrà rispettare standard stringenti di responsabilità sociale.
Vietata ogni forma di comunicazione commerciale rivolta a minori o a categorie vulnerabili. Particolare attenzione viene posta alle offerte di bonus, che rappresentano da sempre uno degli strumenti più utilizzati dagli operatori per attrarre nuovi giocatori. Anche in questo caso, la comunicazione dovrà essere chiara, trasparente e non ingannevole.
La Svezia impone inoltre il divieto di indirizzare qualsiasi forma di pubblicità ai giocatori che si sono autoesclusi. Una misura che si inserisce nella più ampia strategia nazionale di prevenzione del gioco problematico.
Un elemento chiave da tenere presente per chi opera nel settore iGaming è il mantenimento del sistema di licenze chiuso. La Svezia non riconosce automaticamente le licenze rilasciate da altri Paesi europei. Di conseguenza, solo gli operatori in possesso di una licenza svedese potranno offrire i propri servizi nel Paese e investire in campagne pubblicitarie legali.
Questo approccio, sebbene oggetto di discussione a livello comunitario per il possibile impatto sul principio della libera circolazione dei servizi, viene giustificato dalle autorità svedesi con la necessità di proteggere i consumatori e garantire un ambiente di gioco sicuro e controllato.
Per il settore iGaming internazionale, le nuove restrizioni sulla pubblicità in Svezia si traducono in una sfida operativa e strategica. Gli operatori già presenti sul mercato dovranno rivedere le proprie campagne di marketing per adeguarsi alle nuove regole. Chi invece intende entrare nel mercato svedese dovrà prepararsi a un percorso di compliance rigoroso e a investimenti mirati per ottenere la licenza.
Le limitazioni sulle offerte di bonus e sulla comunicazione rappresentano una stretta che impatta direttamente sull’acquisizione dei clienti. Allo stesso tempo, il rischio di sanzioni per chi viola la normativa aumenta, spingendo gli operatori a una maggiore cautela.
Secondo diversi analisti, esiste inoltre la possibilità che un’eccessiva rigidità normativa favorisca l’emergere di operatori non autorizzati, con conseguenze negative per la tutela dei consumatori e per l’integrità del mercato.
Le decisioni della Svezia rappresentano un modello osservato con attenzione anche da altri regolatori europei. La protezione del consumatore, il contrasto al gioco eccessivo e la regolamentazione stringente della pubblicità sono temi al centro del dibattito in numerosi Paesi dell’Unione.
Per gli operatori dell’iGaming, anticipare le evoluzioni normative e adattare strategie e comunicazione ai diversi mercati diventa una priorità. La Svezia, ancora una volta, si conferma un banco di prova per comprendere quale potrebbe essere la direzione futura del settore in Europa.
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