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Poker online: la Corte Tributaria tedesca riconosce l’attività professionale come impresa tassabile

Tony Colapinto
Scritto da Tony Colapinto

Il mondo del poker online entra ufficialmente nel radar fiscale della Germania. Con una sentenza destinata a fare giurisprudenza, la Corte Tributaria Federale tedesca () ha stabilito che giocare a poker in modo professionale può essere considerato a tutti gli effetti un’attività commerciale soggetta a tassazione. Si tratta di un pronunciamento che amplia la precedente decisione emessa nel 2023, allora focalizzata sul “Texas Hold’em”, e che ora si estende alla variante “Pot Limit Omaha”, confermando una linea chiara e rigorosa da parte dell’ordinamento fiscale tedesco.

Dal passatempo all’impresa: il caso che ha fatto scuola

La vicenda ruota attorno a un giocatore tedesco che, tra il 2008 e il 2013, ha dedicato una media di 25 ore settimanali al poker online, accumulando vincite per diverse centinaia di migliaia di euro. Quello che inizialmente era nato come un hobby, si è progressivamente trasformato in una vera e propria attività sistematica e redditizia. In alcuni anni, l’attività ha generato guadagni considerevoli, in altri delle perdite, ma la costanza e l’organizzazione hanno attirato l’attenzione dell’autorità fiscale.

L’Agenzia delle Entrate tedesca ha riconosciuto già nel 2008 il carattere imprenditoriale dell’attività, imponendo tassazioni specifiche sia sul reddito personale sia come esercizio commerciale. Il tentativo del giocatore di difendersi, sostenendo che si trattasse solo di una passione e che la fortuna giocasse un ruolo decisivo, è stato respinto in tutte le sedi giudiziarie.

Professionalità, metodo e profitto: il poker come impresa digitale

Secondo la Corte, ciò che realmente conta non è l’intenzione soggettiva del giocatore, ma l’organizzazione oggettiva della sua attività. Il poker online, praticato con metodo, frequenza, strategie strutturate, gestione del bankroll e presenza su più piattaforme, assume le caratteristiche tipiche di una piccola impresa digitale. Il fattore centrale è la ripetitività: giocare con costanza, gestire più tavoli contemporaneamente, investire tempo e risorse per migliorare le proprie performance non equivale a intrattenimento personale, ma a partecipazione attiva e consapevole al mercato economico.

La Corte ha sottolineato come anche nel “Pot Limit Omaha”, considerato più aleatorio rispetto ad altre varianti, l’elemento strategico e la competenza del giocatore emergano chiaramente sul lungo periodo. In sostanza, se il giocatore adotta comportamenti da professionista, anche la normativa fiscale è tenuta a trattarlo come tale.

Dalla cameretta al fisco: anche il domicilio diventa sede di impresa

Un altro aspetto significativo della sentenza riguarda la residenza fiscale. Il fatto che il giocatore operasse da casa sua in Germania è stato sufficiente a qualificare quel luogo come sede stabile dell’attività economica. Nemmeno eventuali soggiorni prolungati all’estero sarebbero bastati ad annullare l’obbligo fiscale, a meno che non si fosse modificata ufficialmente la residenza fiscale.

Questo passaggio chiarisce che l’attività digitale, anche quando svolta in spazi informali e domestici, può rientrare pienamente nel perimetro delle imprese soggette a tassazione, a patto che rispetti le condizioni previste: regolarità, finalità di profitto, e inserimento in un contesto competitivo.

Una pronuncia che va oltre il poker: e-sport, content creator e trading nel mirino

Ma la portata della decisione del Bundesfinanzhof non si esaurisce al poker online. La sentenza tedesca può costituire un precedente fondamentale per tutto quell’universo digitale oggi ancora in una zona grigia: dagli e-sport ai trader online, dai content creator ai videogiocatori competitivi. Attività che, se condotte con metodo e continuità, devono essere considerate dal fisco alla stregua di veri e propri mestieri.

Il messaggio della giurisprudenza tedesca è netto: l’intenzione soggettiva non basta a qualificare un’attività come passatempo. Se c’è struttura, frequenza e una logica economica, allora si è nel campo del professionismo, con tutto ciò che ne consegue in termini di obblighi fiscali.

Poker online e obblighi fiscali, cambia il paradigma

La Corte Tributaria tedesca ha tracciato un confine chiaro tra il gioco amatoriale e quello professionale. Chi gioca online con regolarità, competenza e finalità economiche deve essere consapevole che l’attività non è più solo una questione di carte e fortuna. È un’impresa. E come tale, va trattata – anche dal punto di vista fiscale.

La decisione rappresenta un punto fermo per il panorama tedesco e potrebbe presto influenzare altri ordinamenti europei, in un momento storico in cui il confine tra tempo libero e professione si fa sempre più sottile nel mondo digitale.

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