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Chi vuole promuovere il gioco online sulle piattaforme dovrà abituarsi a un quadro regolatorio molto più rigido. Il colosso californiano ha ufficializzato nuove restrizioni che riguardano la pubblicità legata al gambling e al gaming, con regole precise su licenze, autorizzazioni e responsabilità operative. Un passo che, secondo gli osservatori, si inserisce nella più ampia tendenza globale verso una regolamentazione più severa e trasparente del settore.
A partire da oggi, qualsiasi attività promozionale collegata al gioco online su Facebook e Instagram richiede un’autorizzazione preventiva, da richiedere attraverso la sezione “Autorizzazioni e verifiche” della Meta Business Suite. Si tratta di un processo formale, vincolato al possesso di licenze valide e al rispetto delle leggi dei Paesi in cui si intende pubblicizzare i servizi.
Una volta approvata, l’autorizzazione resta legata a specifici account pubblicitari e può essere estesa solo ad altri profili aziendali attraverso un’apposita procedura interna alla piattaforma.
Meta chiarisce che le regole si applicano a tutte le categorie legate al gioco, inclusi scommesse sportive, casinò online, poker, lotterie e giochi con premi, con eccezioni solo per i cosiddetti social 바카라 o giochi gratuiti, a patto che non prevedano alcun valore economico reale.
Per ottenere il via libera, l’inserzionista deve dichiarare la propria qualifica operativa – che si tratti di operatore diretto, aggregatore, affiliato o agente – e indicare il tipo di attività da promuovere. Fondamentale la presentazione di documenti legali aggiornati: licenze ufficiali rilasciate dai regolatori competenti, ragione sociale dell’azienda, screenshot del sito o dell’app coinvolti, e l’elenco dettagliato degli account pubblicitari da abilitare.
Meta richiede che tutta la documentazione sia fornita in inglese e che i contenuti dei siti o delle app siano chiaramente visibili. L’intero processo è soggetto a valutazione manuale da parte del team Meta, con tempi variabili e possibilità per l’azienda di richiedere ulteriori verifiche anche successivamente all’approvazione.
Un elemento che, secondo gli analisti del settore, spinge verso una maggiore professionalizzazione e trasparenza delle campagne legate al gioco online.
Un punto particolarmente delicato riguarda le collaborazioni tra operatori e influencer o content creator. Se l’inserzione è pubblicata direttamente dall’operatore e il creator viene solo taggato o menzionato, non sono richieste autorizzazioni ulteriori. Tuttavia, se è il creator stesso a pubblicare l’inserzione, deve seguire l’intera procedura di autorizzazione, presentandosi come affiliato e allegando una lettera firmata congiuntamente con l’operatore che certifichi la natura della partnership.
Un passaggio che mira a colmare le zone grigie nel marketing degli operatori, dove, in passato, i creator hanno talvolta promosso offerte di gioco senza essere formalmente legati o regolamentati.
Tra gli aspetti più stringenti della nuova policy spicca il divieto assoluto di targeting verso minori. Tutti i contenuti pubblicitari legati al gioco online – incluse scommesse, casinò e giochi a premio – non possono essere mostrati a utenti con meno di 18 anni.
Anche per i social 바카라 o giochi considerati gratuiti, la pubblicità deve escludere in modo esplicito i minori dal pubblico target. Una linea dura che si inserisce nelle politiche globali di contrasto al gioco minorile, un tema su cui Meta è da tempo sotto osservazione da parte di enti regolatori e associazioni di tutela.
Le nuove restrizioni imposte da Meta confermano un trend ormai consolidato: quello di un settore, quello del gioco online, sempre più soggetto a regole stringenti anche sul fronte pubblicitario. Per gli operatori, si tratta di un’ulteriore sfida in termini di compliance, ma anche di un’opportunità per distinguersi come player seri e trasparenti in un mercato competitivo e in continua evoluzione.
L’era della pubblicità selvaggia e senza controlli sui social sembra definitivamente archiviata. Per chi opera nel gaming online, essere in regola non è più solo un’opzione: è il presupposto indispensabile per restare sul mercato.
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