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Il panorama bancario maltese resta un terreno minato per le aziende di iGaming. La recente uscita di scena della fintech tedesca RS2 dalla trattativa per l’acquisto di HSBC Malta ha infatti raffreddato le speranze del comparto, che attendeva con ansia un cambio di passo nell’accesso ai servizi bancari. Un’opportunità sfumata che lascia in sospeso un settore che da anni combatte contro barriere finanziarie sempre più stringenti.
Secondo quanto riportato da , RS2, player internazionale specializzato nell’elaborazione dei pagamenti digitali, aveva messo sul piatto oltre 204 milioni di euro per rilevare la quota del 70% detenuta da HSBC Continental Europe nella banca maltese. Il progetto prevedeva anche il rilancio del marchio storico Mid-Med Bank, evocando tra gli operatori iGaming un clima di cauto ottimismo. Tuttavia, il rincaro delle richieste economiche da parte di HSBC e la crescente complessità delle negoziazioni hanno spinto RS2 a ritirare la propria offerta.
L’industria del gioco d’azzardo online rappresenta da tempo uno dei motori principali dell’economia maltese, come si evince dal gli operatori dell’industria locale del gioco hanno generato €1.386 milioni (GVA) e oltre 14.000 lavoratori full-time. Eppure, paradossalmente, le società di gioco continuano a scontrarsi con la riluttanza del sistema bancario locale ad accoglierle tra i propri clienti.
Già dal 2019, le politiche di de-risking promosse dalla Banca Centrale Europea hanno portato istituti come Bank of Valletta, a chiudere i conti di numerosi operatori del settore, alimentando ulteriormente la difficoltà per le imprese di accedere a servizi essenziali. Secondo esperti del settore, attualmente solo due banche maltesi dispongono della capacità e della struttura necessarie per supportare adeguatamente le esigenze operative dei grandi gruppi iGaming.
Il fenomeno della scarsa propensione al rischio delle banche nei confronti delle aziende iGaming non è esclusivo di Malta, ma qui assume proporzioni particolarmente critiche. Come evidenziato anche da ricerca accademica del 2021 pubblicata sul , la maggior parte degli istituti locali ha progressivamente ridotto o eliminato i servizi destinati alle imprese di gioco, ad eccezione di qualche rara eccezione che opera in modo selettivo e con offerte limitate.
A rendere ancora più complesso lo scenario contribuiscono i rigidi requisiti normativi in materia di antiriciclaggio, la necessità di strutture finanziarie sofisticate per garantire la segregazione dei fondi dei giocatori e la gestione di pagamenti transfrontalieri. Elementi imprescindibili che però richiedono un sistema bancario solido e collaborativo, oggi assente o carente.
Con il passo indietro di RS2, la cessione di HSBC Malta resta in alto mare. Rimangono in corsa pochi pretendenti, ognuno con le proprie criticità. Un consorzio di aziende locali ha presentato un’offerta giudicata ben al di sotto dei 200 milioni di euro, sollevando perplessità sulla reale capacità finanziaria e tecnologica di portare a termine un’operazione tanto complessa. Sul tavolo anche le offerte di due banche dell’Europa dell’Est, ma come riportato da ci sarebbero problematiche reputazionali che rischiano di compromettere l’affidabilità dei potenziali acquirenti.
Intanto, il processo di vendita, inizialmente previsto entro la fine della primavera, si arena in un limbo temporale che preoccupa sia il governo che le autorità europee. Il Ministro delle Finanze Clyde Caruana, parlando in una conferenza stampa ad Aprile scorso, dopo che APS Bank si è ritirata dal processo di offerta, ha già messo in guardia sul fatto che l’operazione “non può trascinarsi all’infinito”, mentre anche la Banca Centrale Europea ha espresso malcontento per la lentezza delle trattative.
Di fronte a questo scenario incerto, molte società di gioco con sede a Malta stanno accelerando la ricerca di soluzioni bancarie fuori dall’isola. Un fenomeno che, se da un lato permette alle imprese di sopravvivere, dall’altro mina l’attrattività del Paese come hub internazionale per l’iGaming.
Il paradosso è evidente: mentre l’industria del gioco continua a generare occupazione e ricchezza per Malta, le banche locali si mostrano restie a supportare il settore, perdendo così un’importante occasione di diversificazione e rafforzamento del sistema finanziario nazionale. E in un contesto in cui Malta fatica ancora a ricostruire la propria reputazione internazionale dopo la lista grigia del GAFI e lo scandalo Satabank, questo atteggiamento restrittivo rischia di compromettere ulteriormente la credibilità e la competitività del Paese.
La vicenda HSBC si inserisce perfettamente nel contesto di fragilità e contraddizioni che caratterizza oggi il rapporto tra iGaming e sistema bancario maltese. Il ritiro di RS2 non è solo un’operazione saltata, ma il simbolo di un’opportunità persa – per le aziende di gioco, per le banche locali e, in ultima analisi, per Malta stessa. Finché non si costruirà un dialogo più maturo e costruttivo tra istituzioni finanziarie e industria del gioco, l’isola rischia di vedere sfumare non solo investimenti, ma anche la sua posizione di leader globale nell’economia digitale del gioco d’azzardo.
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